Cos’è la consulenza pedagogica e come può aiutare genitori, ragazzi e adulti

Autore

Claudia

26 August
da Claudia

Cos’è la consulenza pedagogica e come può aiutare genitori, ragazzi e adulti

Pedagogia, pedagogista: nomi di cui si sa poco.
Qualcunə mi ha detto: “Ah sì, pedologia… allora lei sa di composizione del terreno.”
Altrə pensavano che mi occupassi di piedi.
Qualcunə ancora mi ha immaginato come “quellə che gioca con i bambini”. Poi c’è chi, con un po’ di timore, ha commentato: “Speriamo di non averne mai bisogno.”

Sono tutte immagini che fanno sorridere, ma che mostrano bene una cosa: la pedagogia non è ancora conosciuta per quello che può essere davvero. Cosi, ho deciso di scrivere questo articolo: per spiegare, con il limite delle parole scritte in una pagina, cosa significa per me fare consulenza pedagogica.

 

Cos’è la consulenza pedagogica?

Molte persone arrivano a chiedermi: “Ma quindi cosa fa unə pedagogista? E cosa significa fare consulenza pedagogica?”

Spesso non è facile rispondere in poche parole, perché non esistono soluzioni standard o risposte pronte; ogni situazione educativa è diversa, ogni persona porta con sé una storia, delle risorse, delle fatiche.

La consulenza pedagogica è un incontro di ascolto, osservazione e dialogo; non è una lezione, non è una terapia, non è una serie di regole preconfezionate è un percorso che parte da una domanda, da un dubbio, da una difficoltà; non è: “fai la domanda, avrai la risposta”: il focus è lo scambio.

Io raccolgo informazioni, chiedo dettagli, anche quelli che a volte sembrano poco importanti ma che spesso fanno la differenza e poi insieme iniziamo a costruire un quadro più chiaro della situazione, arrivati a quel punto possono nascere: delle indicazioni, degli strumenti pratici, ma soprattutto una riflessione continua. La consulenza non è un atto isolato: è un processo che cresce nel confronto.

 

Quando può servire una consulenza pedagogica?

Ti faccio qualche esempio:

- un genitore che non riesce più a gestire i compiti a casa con il/la figliə e sente che ogni pomeriggio diventa una lotta;

- unə adolescente che dice continuamente “non so”: non sceglie, non si riconosce più in nulla;

- unə giovane adultə che, dopo la scuola, si trova spaesatə perché fuori dall’ambiente scolastico non sa come muoversi;

- unə insegnante che vive un conflitto ripetuto con unə studentə e non trova più una strada per proseguire il percoso.

In tutti questi casi non si tratta solo di “trovare una soluzione”, ma di aprire uno spazio di riflessione e di lavoro educativo.

 

Cosa non è la consulenza pedagogica

Non è psicoterapia.

Non è ripetizione scolastica.

Non è dare regole già pronte da applicare.

È un lavoro educativo e relazionale che mette al centro la persona, i suoi tempi, le sue risorse.

 

Come funziona una consulenza pedagogica

Di solito si parte da un primo colloquio conoscitivo: ci sediamo, racconti quello che ti preoccupa, io ascolto e ti faccio domande; non per giudicare, ma per raccogliere il più possibile e avere uno sguardo completo.

A quel punto, possiamo iniziare a ragionare insieme: a volte basta qualche incontro per trovare nuove strategie, altre volte c’è bisogno di un percorso più lungo.


Non c’è un modello unico: 

dipende dalla persona, 

dal contesto, 

dalla storia.

 

Perché può essere utile?

Perché spesso, nelle difficoltà educative, la cosa più dura è sentirsi solə.

Avere uno spazio dove confrontarsi, dove qualcunə ti aiuta a leggere meglio quello che sta accadendo, può aprire possibilità nuove.

La consulenza pedagogica è proprio questo: un’occasione per fermarsi, guardare con più attenzione e ritrovare strumenti e consapevolezza per andare avanti.

 

Sai... non esistono ricette immediate; ma esistono percorsi di ascolto e riflessione che possono cambiare la prospettiva, restituire energia e strumenti concreti.

Se ti riconosci in alcune delle situazioni che ho descritto, possiamo parlarne insieme.