Cos’è la consulenza pedagogica e come può aiutare genitori, ragazzi e adulti
Autore
Claudia
Cos’è la consulenza pedagogica e come può aiutare genitori, ragazzi e adulti
Pedagogia, pedagogista: nomi di cui si sa poco.
Qualcunə mi ha detto: “Ah sì, pedologia… allora lei sa di composizione del terreno.”
Altrə pensavano che mi occupassi di piedi.
Qualcunə ancora mi ha immaginato come “quellə che gioca con i bambini”. Poi c’è chi, con un po’ di timore, ha commentato: “Speriamo di non averne mai bisogno.”
Sono tutte immagini che fanno sorridere, ma che mostrano bene una cosa: la pedagogia non è ancora conosciuta per quello che può essere davvero. Cosi, ho deciso di scrivere questo articolo: per spiegare, con il limite delle parole scritte in una pagina, cosa significa per me fare consulenza pedagogica.
Cos’è la consulenza pedagogica?
Molte persone arrivano a chiedermi: “Ma quindi cosa fa unə pedagogista? E cosa significa fare consulenza pedagogica?”
Spesso non è facile rispondere in poche parole, perché non esistono soluzioni standard o risposte pronte; ogni situazione educativa è diversa, ogni persona porta con sé una storia, delle risorse, delle fatiche.
La consulenza pedagogica è un incontro di ascolto, osservazione e dialogo; non è una lezione, non è una terapia, non è una serie di regole preconfezionate è un percorso che parte da una domanda, da un dubbio, da una difficoltà; non è: “fai la domanda, avrai la risposta”: il focus è lo scambio.
Io raccolgo informazioni, chiedo dettagli, anche quelli che a volte sembrano poco importanti ma che spesso fanno la differenza e poi insieme iniziamo a costruire un quadro più chiaro della situazione, arrivati a quel punto possono nascere: delle indicazioni, degli strumenti pratici, ma soprattutto una riflessione continua. La consulenza non è un atto isolato: è un processo che cresce nel confronto.
Quando può servire una consulenza pedagogica?
Ti faccio qualche esempio:
- un genitore che non riesce più a gestire i compiti a casa con il/la figliə e sente che ogni pomeriggio diventa una lotta;
- unə adolescente che dice continuamente “non so”: non sceglie, non si riconosce più in nulla;
- unə giovane adultə che, dopo la scuola, si trova spaesatə perché fuori dall’ambiente scolastico non sa come muoversi;
- unə insegnante che vive un conflitto ripetuto con unə studentə e non trova più una strada per proseguire il percoso.
In tutti questi casi non si tratta solo di “trovare una soluzione”, ma di aprire uno spazio di riflessione e di lavoro educativo.
Cosa non è la consulenza pedagogica
Non è psicoterapia.
Non è ripetizione scolastica.
Non è dare regole già pronte da applicare.
È un lavoro educativo e relazionale che mette al centro la persona, i suoi tempi, le sue risorse.
Come funziona una consulenza pedagogica
Di solito si parte da un primo colloquio conoscitivo: ci sediamo, racconti quello che ti preoccupa, io ascolto e ti faccio domande; non per giudicare, ma per raccogliere il più possibile e avere uno sguardo completo.
A quel punto, possiamo iniziare a ragionare insieme: a volte basta qualche incontro per trovare nuove strategie, altre volte c’è bisogno di un percorso più lungo.
Non c’è un modello unico:
dipende dalla persona,
dal contesto,
dalla storia.
Perché può essere utile?
Perché spesso, nelle difficoltà educative, la cosa più dura è sentirsi solə.
Avere uno spazio dove confrontarsi, dove qualcunə ti aiuta a leggere meglio quello che sta accadendo, può aprire possibilità nuove.
La consulenza pedagogica è proprio questo: un’occasione per fermarsi, guardare con più attenzione e ritrovare strumenti e consapevolezza per andare avanti.
Sai... non esistono ricette immediate; ma esistono percorsi di ascolto e riflessione che possono cambiare la prospettiva, restituire energia e strumenti concreti.
Se ti riconosci in alcune delle situazioni che ho descritto, possiamo parlarne insieme.